Potenziali rischi del pesce sintetico creato in laboratorio: la Commissione europea tuteli il mercato dell’UE e la salute dei consumatori

Da alcuni anni sono in corso esperimenti per produrre pesce in laboratorio coltivando cellule staminali di animali. Con questa nuova tecnologia le multinazionali vogliono commercializzare un’alternativa sintetica ai prodotti a base di pesce naturale.

La sperimentazione sul pesce in vitro ha finora riguardato tonno rosso, filetti di branzino, tilapia, persico e acciughe.

L’obiettivo delle multinazionali è rendere disponibile in futuro il pesce sintetico a un prezzo accessibile per la grande distribuzione.

Sul cibo in vitro la ricercatrice Stefania Ruggeri del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) ha dichiarato che sono “sperimentazioni interessanti dal punto dell’innovazione tecnologica, ma non come storia del cibo. Forse dovremo tentare anche altre strade per assicurare a tutti cibo buono e salutare e rispettare il nostro Pianeta”.

L’Europa è il più grande importatore di pesce al mondo e recentemente la multinazionale Nomad Foods, proprietaria anche del Marchio Findus Italia, ha firmato un accordo con la start-up statunitense BlueNalu per iniziare a produrre pesce sintetico in Europa.

Preso atto dell’impatto socio-economico che una futura produzione su larga scala di pesce sintetico avrebbe sulla pesca tradizionale e sull’acquacoltura, si chiede alla Commissione di rispondere alle seguenti domande:

1. È al corrente degli esperimenti di produzione di pesce sintetico?

2. Come intende procedere rispetto a questo prodotto?

3. Come intende tutelare i consumatori e gli operatori della pesca tradizionale e dell’acquacoltura?

Risposta

La Commissione è a conoscenza delle nuove tecnologie concepite per produrre pesce in laboratorio utilizzando colture cellulari.

La sicurezza alimentare e l’informazione dei consumatori sono la massima priorità della Commissione. Gli alimenti prodotti a partire da colture cellulari rientrano nell’ambito di applicazione del regolamento (UE) 2015/2283 relativo ai nuovi alimenti e sono soggetti ad autorizzazione previa immissione sul mercato, la quale comprende una valutazione della sicurezza da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), tranne nei casi in cui la procedura rientri nell’ambito di applicazione del regolamento (CE) n. 1829/2003 relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati, applicabile in questo caso. Il regolamento sui nuovi alimenti contiene anche disposizioni sui requisiti specifici di etichettatura per garantire l’informazione dei consumatori riguardo alle caratteristiche o alle proprietà specifiche degli alimenti. Finora non è pervenuta alla Commissione alcuna domanda di autorizzazione per pesci prodotti in laboratorio nel contesto del regolamento sui nuovi alimenti.

La Commissione continuerà a monitorare attentamente la situazione, compresi i potenziali sviluppi ed effetti sul mercato di prodotti ittici.

La strategia “Dal produttore al consumatore” prevede azioni concrete per sostenere la produzione sostenibile di prodotti ittici, tra le quali figurano gli “Orientamenti strategici per un’acquacoltura dell’UE più sostenibile e competitiva per il periodo 2021 – 2030”, che stabiliscono una visione chiara e comune e un percorso per tale settore negli anni a venire. Gli operatori del settore della pesca tradizionale e dell’acquacoltura possono ricevere il sostegno del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMPA) per adottare pratiche sostenibili.

Approfondisci sul sito del Parlamento Europeo

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