Dopo soli due anni dalla tempesta Vaia, a inizio dicembre si è abbattuta una violenta ondata di maltempo con precipitazioni nevose e venti estremamente intensi nella fascia pedemontana del Veneto, in particolare nella zona del Bellunese, del Trentino e del Friuli Venezia Giulia.
La perturbazione nevosa ha causato frane, chiusura di strade, mareggiate e crolli di ponti e infrastrutture, determinando la chiusura completa di ampie zone al traffico veicolare e costringendo il Presidente della Regione Veneto a un’urgente azione per gli interventi più rapidi e a dichiarare lo stato d’emergenza.
Il territorio montano sta già vivendo una grave situazione a causa delle disposizioni governative che impediscono ai turisti di accedere agli impianti sportivi, e questi danni stanno aggravando ulteriormente tale situazione, anche da un punto di vista ambientale ed economico.
Ciò premesso, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
1. Intende prevedere una procedura più rapida per concertarsi con l’Italia e accelerare l’eventuale attivazione del FSUE?
2. Quali ulteriori azioni e strumenti di supporto straordinari intende predisporre per far fronte a calamità naturali sempre più frequenti, al fine di mettere in sicurezza le zone colpite?