Linee guida per la comunicazione della Commissione europea

Apprendiamo delle linee guida per la comunicazione “#UnionOfEquality European Commission Guidelines for Inclusive Communication”; all’interno delle quali sono inserite indicazioni che si pongono in contrasto con il buon senso e le radici culturali dell’UE.

Ad esempio, nel rispetto delle religioni altrui, sarebbe da evitare il termine “Natale” o ogni riferimento a nomi “cristiani”. Da non utilizzare termini come “moglie”, “marito”, “madre” o “padre”. Inoltre, invece dei classici “Ms” o “Mr”, si dovrebbe optare per “Mx” al fine di evitare ogni riferimento al “sesso assegnato alla nascita, poiché questo non tiene conto dell’auto-identificazione”.

Tali norme linguistiche rischiano di influenzare il lavoro dei dipendenti della Commissione favorendo l’utilizzo di una neo-lingua che sposa una determinata visione ideologica e politica della società, non rispettando le radici e le tradizioni del Vecchio continente.

Ciò premesso, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:

1. In che modo intende garantire libertà di pensiero, parola ed opinione ai propri dipendenti, senza che questi siano influenzati in alcun modo da dettami ideologici o politici?

2. Come intende rettificare tali linee guida, sempre nel rispetto delle disabilità, delle differenze culturali, religiose e sessuali, tuttavia prescindendo da alcun genere di orientamento ideologico?

3. Come intende valorizzare l’identità europea, promuovendo le tradizioni, le culture, i valori e le radici giudaico-cristiane dell’Unione Europea?

Risposta

La Commissione europea è impegnata a proteggere le libertà di religione o credo e di espressione, che sono sancite nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE. La libertà di espressione dei membri del personale è disciplinata anche dall’articolo 17 bis dello statuto dei funzionari.

L’impegno della Commissione a favore di un’Unione dell’uguaglianza rimane invariato, sulla base del preambolo del trattato sull’Unione europea il quale richiama, come fonti ispiratrici, le «eredità culturali, religiose e umanistiche dell’Europa, da cui si sono sviluppati i valori universali dei diritti inviolabili e inalienabili della persona, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza e dello Stato di diritto».

L’obiettivo del documento interno cui si fa riferimento era quello di sensibilizzare i funzionari della Commissione alla diversità delle culture e dei popoli europei e di promuovere un approccio inclusivo nei confronti di tutti i cittadini europei di qualunque estrazione sociale e credo. Il documento è stato poi ritirato.

Approfondisci sul sito del Parlamento Europeo

Condividi sui social

Facebook
Twitter
LinkedIn
Email

Iscriviti alla nostra newsletter