Inchiesta di Rai3: costi ambientali e sociali della transizione ecologica, monopolio della Cina, lavoro minorile, estrazione di litio, cobalto e terre rare

Nel discorso sullo stato dell’Unione del 15 settembre la Presidente della Commissione europea von der Leyen ha dichiarato: “Fare affari nel mondo […] non può essere fatto a spese della dignità e delle libertà individuali. Proporremo un divieto di vendita dei prodotti realizzati con il lavoro forzato”.

L’inchiesta “La rivoluzione elettrica” della trasmissione Presa Diretta del 20 settembre 2021 ha evidenziato i seguenti aspetti:

l’approvvigionamento problematico delle terre rare per produrre batterie al litio, motori elettrici, pannelli solari, cellulari, computer;

la Cina detiene il monopolio dell’estrazione delle terre rare e della produzione della componentistica elettronica;

litio e cobalto sono i principali componenti per le batterie dei veicoli elettrici e lo stoccaggio dell’energia. Entro il 2050 la domanda di litio aumenterà di 60 volte e quella di cobalto di 15 in ragione della transizione ecologica;

il 70 % del cobalto viene estratto in Congo con lo sfruttamento minorile;

il 78 % del litio proviene dal Cile e la sua estrazione ha un impatto socio-ecologico devastante.

Le conseguenze ambientali e socio-ecologiche dell’estrazione di terre rare in Cina e dello strapotere industriale cinese sono disastrose.

Considerate le ambizioni climatiche dell’UE e le dichiarazioni della Presidente Von der Leyen, può la Commissione far sapere se è consapevole del fatto che la transizione ecologica europea viene fatta a spese dei diritti umani dei lavoratori di paesi extraeuropei e con un impatto ambientale devastante in altri continenti?

Risposta

L’obiettivo dell’Europa è diventare il primo continente climaticamente neutro entro il 2050. A tal fine l’UE deve procedere rapidamente verso un’economia decarbonizzata. Ciò comporterà una consistente elettrificazione dell’economia e porrà nuove sfide. L’abbandono dei combustibili fossili avrà anche una serie di effetti positivi sulle condizioni di lavoro dei lavoratori, che non saranno più occupati nei pericolosi settori del carbone e di altri combustibili fossili in tutto il mondo, così come sul benessere e sulla salute dei cittadini dell’UE.

La Commissione ha adottato una serie di iniziative(1) e sono in preparazione altre proposte(2) per contrastare l’impatto ambientale o sociale negativo di alcune attività d’impresa e per promuovere l’azione per il clima.

Nel quadro dell’iniziativa legislativa sul governo societario sostenibile(3) la Commissione sta valutando un obbligo orizzontale di diligenza che imponga alle imprese interessate di individuare, prevenire, mitigare e considerare l’impatto delle loro operazioni e delle loro catene di approvvigionamento sulla sostenibilità, compresi i rischi associati al lavoro forzato. La Commissione sta valutando ulteriori opzioni per tradurre in azioni concrete l’impegno assunto in materia di lavoro forzato dalla presidente della Commissione nel discorso sullo stato dell’Unione(4) del 2021.

Attraverso la politica commerciale comune(5) l’UE assume impegni giuridicamente vincolanti con i suoi partner commerciali per quanto riguarda la ratifica e l’effettiva attuazione sia delle convenzioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro sul lavoro forzato e sul lavoro minorile sia degli accordi ambientali multilaterali.

I finanziamenti dell’UE per la ricerca contribuiscono al progresso delle tecnologie post litio emergenti caratterizzate da parametri tecnici migliori per lo stoccaggio dell’energia elettrica per un periodo più lungo. Inoltre, per quanto riguarda il cobalto, la Commissione si è impegnata a proporre valori limite di protezione per i lavoratori nel 2024.

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