Nell’ambito del programma “Pronti per il 55 %” del Green Deal, il 15 dicembre 2021 la Commissione ha pubblicato la proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (COM(2021)802).
La bozza del pacchetto di misure imponeva dal 2030 ai proprietari di edifici ed abitazioni residenziali la riqualificazione energetica con standard minimi di prestazione, pena l’impossibilità di vendere o affittare l’immobile. Tuttavia, a seguito delle pressioni dell’Italia e di altri paesi, nella versione finale del testo tale obbligo è sparito.
Secondo Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, vietare la vendita o l’affitto degli edifici che non rispetteranno i requisiti della nuova direttiva “ucciderebbe il settore immobiliare italiano, fatto di un patrimonio che è unico in Europa” e questo significherebbe “uccidere il risparmio”.
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, ritiene che “si tratterebbe di fatto di un esproprio” e di “una violazione del diritto di proprietà privata”.
Preso atto che, con le nuove regole dell’UE sulla vendita e l’affitto degli edifici, milioni di immobili perderebbero drasticamente il loro valore con conseguenze socio-economiche gravissime e considerato che i cittadini non possono pagare costi altissimi per la transizione energetica voluta dall’UE, può la Commissione indicare:
1. se ridefinirà gli obiettivi e le tempistiche della propria proposta, rispettando le caratteristiche del mercato immobiliare dei diversi Stati membri; e
2. come intende tutelare i diritti dei proprietari di immobili nel contesto della transizione energetica?
Risposta
Nell’ambito della realizzazione del Green Deal europeo, il 15 dicembre 2021 la Commissione ha pubblicato una proposta di rifusione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia
La proposta non contiene norme nuove dell’UE sulla vendita e la locazione degli edifici, come indicato nell’interrogazione dell’onorevole deputata, pertanto la Commissione non può formulare osservazioni in merito alle due domande derivate.
La Commissione tiene tuttavia a sottolineare che per quanto riguarda il settore dell’edilizia la realizzazione del Green Deal richiederà investimenti sostanziali e mirati che mobilitino fondi pubblici e privati. La Commissione contribuisce a mobilitare i finanziamenti dei costi di investimento iniziali: saranno disponibili fino a 150 miliardi di EUR a titolo del bilancio UE per attuare le norme minime di prestazione energetica da qui al 2030. Tra le fonti di finanziamento disponibili vi è l’accesso a vari fondi dell’UE, ad esempio il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione, nonché il dispositivo per la ripresa e la resilienza grazie ai componenti forti dell’iniziativa faro «Renovate» nei piani nazionali per la ripresa e la resilienza. Le fonti disponibili includeranno anche i proventi del proposto Fondo sociale per il clima, istituito specificamente per sostenere le famiglie nella loro transizione.