Oltre all’impatto già registrato sul potere d’acquisto dei consumatori nonché sulla sostenibilità finanziaria per le attività industriali, si stima che l’aumento dei costi della produzione di elettricità potrebbe portare già nel corso dei prossimi mesi anche a interruzioni dei flussi di energia transfrontalieri e a conseguenti blackout. Il rischio appare suffragato dal fermo disposto da Électricité de France per alcuni reattori nucleari, che prefigura la riduzione dell’esportazione di elettricità dalla Francia verso gli altri Stati membri.
L’impennata dei costi appare imputabile a fattori quali la diminuzione di forniture dalla Russia a seguito della revisione dell’accordo di transito attraverso l’Ucraina e dello stallo nell’approvazione del gasdotto Nord Stream 2. Si chiede tuttavia alla Commissione se riconosce anche un nesso causale tra la crisi energetica e l’implementazione della strategia europea del “Green Deal”, con particolare riferimento:
1. all’incentivazione delle fonti rinnovabili nonostante l’imprevedibilità della loro capacità di generazione di energia, imprevedibilità che è stata peraltro comprovata dal calo di energia eolica registrato nel 2021 e al quale è conseguita una richiesta di gas superiore alle previsioni;
2. all’annuncio della riforma del sistema ETS configurato nel pacchetto “Pronti per il 55 %” e al conseguente anticipo dell’ascesa del prezzo della CO2, a cui le utilities hanno risposto optando per il gas naturale.
Risposta
L’energia eolica e quella solare presentano costi variabili prossimi allo zero. Di conseguenza l’aumento delle rinnovabili si tradurrà in una riduzione dei prezzi del mercato dell’energia elettrica all’ingrosso. Inoltre, negli ultimi anni, il costo complessivo di una serie di tecnologie rinnovabili si è drasticamente ridotto comportando una riduzione dei prezzi dell’energia elettrica all’ingrosso fino al 2020, come indicato nella comunicazione sui prezzi dell’energia. Oggi in molti settori e usi le rinnovabili sono la forma di energia più economica e molti consumatori hanno ridotto la bolletta energetica facendo questa scelta. L’attuale aumento dei prezzi dell’energia è principalmente dovuto al rincaro del gas nel contesto della ripresa economica globale, al quale si associano tensioni geopolitiche. Nel breve periodo ciò ha portato a un maggiore ricorso al carbone rispetto al gas, contribuendo all’aumento dei prezzi del carbonio.
Tra le cause all’origine del rincaro del carbonio nell’ultimo anno figurano anche le proposte legislative volte ad attuare la normativa dell’UE sul clima e a conseguire tanto una riduzione delle emissioni di almeno il 55 % entro il 2030 quanto la neutralità climatica entro il 2050. Tuttavia, in termini di impatto sul prezzo dell’energia elettrica, il rincaro del gas ha sortito un effetto circa otto volte superiore a quello del rincaro del carbonio.
Non è nota alcuna correlazione tra l’aumento della domanda di gas nell’UE dovuto al rincaro del carbonio e la recente impennata dei prezzi del gas. Tale evenienza sarebbe riscontrabile solo se nel corso dell’ultimo anno si fosse registrato un significativo abbandono del carbone in favore del gas nel settore energetico. La risposta più sensata all’attuale crisi energetica consiste nell’accelerare la decarbonizzazione del settore energetico, diminuendo così la dipendenza dell’UE dai combustibili fossili provenienti da paesi terzi. Il Green Deal europeo e il pacchetto «Pronti per il 55 %» guidano fermamente il sistema energetico dell’UE in tale direzione.