Aumento degli aiuti europei a paesi extraeuropei concorrenti dell’Italia: contro la concorrenza sleale serve la reciprocità degli standard produttivi

Il 30 novembre 2021 Confagricoltura ha reso noto che la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) ha concesso un prestito di 6,2 milioni di EUR di fondi europei alla Tunisia per sviluppare l’olivicoltura.

La Tunisia già beneficia di importazioni a dazio zero d’olio d’oliva nell’UE (56 700 tonnellate annue).

La crescente concorrenza dei paesi extraeuropei a danno dei produttori italiani riguarda anche il riso, la carne e l’ortofrutta.

Il 18 gennaio 2022 scadrà la clausola di salvaguardia dell’UE alle importazioni di riso dal Myanmar e dalla Cambogia. Se non verrà rinnovata, questi paesi riprenderanno ad esportare riso a basso costo nell’UE.

Riso a dazio zero arriva anche dal Vietnam (80 000 tonnellate), Mercosur (60 000 tonnellate) ed Egitto (170 000 tonnellate).

In Italia otto allarmi alimentari su dieci sono scattati a causa di cibi pericolosi provenienti dall’estero.

Le importazioni nell’UE da paesi extraeuropei a regimi agevolati spesso non rispettano gli stessi standard produttivi, ambientali e sociali dei produttori europei.

La mancata reciprocità commerciale tra l’UE e i paesi extraeuropei penalizza i produttori italiani.

Ciò premesso, si chiede alla Commissione di rispondere alle seguenti domande:

1. Come intende garantire la reciprocità degli standard produttivi, ambientali e sociali delle importazioni da paesi extracomunitari nell’UE?

2. Quali misure intende adottare per tutelare maggiormente i produttori e i consumatori italiani?

Risposta

Le importazioni devono essere conformi alla regolamentazione e alle norme pertinenti dell’UE. Nel riesame della politica commerciale(1) si spiega che, in determinate circostanze definite dalle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), in particolare nel perseguimento di obiettivi ambientali globali o per rispondere alle preoccupazioni di ordine etico, è opportuno che l’UE imponga che i prodotti importati soddisfino determinati requisiti di produzione. Entro giugno 2022 la Commissione presenterà una relazione contenente una valutazione della logica e della fattibilità giuridica dell’applicazione delle norme sanitarie e ambientali dell’UE ai prodotti agroalimentari importati e individuerà iniziative concrete per garantire una migliore coerenza nella loro applicazione. La Commissione continuerà ad essere determinata e costruirà alleanze con partner che condividono gli stessi principi per promuovere le ambizioni in materia di sostenibilità globale.

Per quanto riguarda la protezione dei produttori agricoli, la nuova politica agricola comune è stata concepita per sostenere gli agricoltori europei nella transizione verso pratiche agricole sostenibili. Essa fornisce inoltre una rete di sicurezza per i mercati agricoli, tra cui misure eccezionali in caso di turbative del mercato.

Per quanto concerne la politica commerciale, l’UE mantiene il proprio impegno a prestare la dovuta attenzione ai settori agricoli sensibili e a trovare un giusto equilibrio tra gli interessi commerciali offensivi e difensivi.

La protezione dei consumatori è garantita imponendo che soltanto gli alimenti conformi a prescrizioni sanitarie e fitosanitarie all’importazione dell’UE possano essere importati nell’UE. Gli accordi di libero scambio non pregiudicano né compromettono la legislazione dell’UE in materia di sicurezza alimentare e di salute degli animali e delle piante, in quanto tali requisiti giuridici non sono negoziabili.

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