Applicazione della direttiva UE sul deflusso ecologico in Italia: conseguenze disastrose per l’agricoltura, l’industria, il turismo e l’ecosistema

In Italia la situazione idrica nei bacini montani e nei fiumi è ogni giorno più critica a causa delle scarse precipitazioni.

I fiumi italiani con derivazioni irrigue, come il Brenta e il Piave, sono sempre più soggetti a ripetuti periodi di carenza d’acqua, con conseguenze disastrose per l’ecosistema, le attività economiche da essi dipendenti (come l’agricoltura e l’industria che produce energia idroelettrica), il turismo e le esigenze igienico-sanitarie e ambientali dei centri abitati.

Alla crescente carenza d’acqua si somma un’altra problematica.

Dal 1°gennaio 2022 si applica in Italia la direttiva acque 2000/60/CE, che impone limiti più stringenti di prelievo idrico dai fiumi per garantire il deflusso ecologico, a scapito del consumo d’acqua a scopo irriguo.

L’attuale normativa UE sul deflusso ecologico priva delle necessarie risorse idriche molte attività produttive, con un impatto socio-economico devastante soprattutto sull’agricoltura.

I Consorzi di bonifica nutrono forti preoccupazioni riguardo l’imminente stagione irrigua per assicurare i flussi minimi nella rete idraulica territoriale.

Gli obiettivi di sostenibilità ambientale dell’UE non possono essere perseguiti sacrificando le necessità socio-economiche di interi territori,

Alla luce di quanto precede, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:

1. intende la Commissione rivedere la normativa sul deflusso ecologico per tutelare le peculiarità degli ecosistemi fluviali italiani e le attività socio-economiche da essi dipendenti?

2. Come intende sostenere l’attività dei Consorzi di bonifica, che in Italia svolgono un ruolo fondamentale nella salvaguardia del patrimonio idrico?

Risposta

La Commissione non intende rivedere la normativa che affronta il tema dei flussi ecologici: il controllo dell’adeguatezza del 2019 ha dimostrato che la legislazione in materia di acque è in larga misura adatta allo scopo. La creazione di flussi ecologici è un prerequisito per il conseguimento di un buono stato dei corpi idrici superficiali e la fornitura dei servizi ecosistemici connessi. Nell’ambito della strategia comune di attuazione della direttiva quadro sulle acque è stato redatto un documento di orientamento volto a sostenere gli Stati membri nella creazione e nell’applicazione di regimi di flussi ecologici.

Gli Stati membri devono tenere conto delle pressioni quali gli effetti dei cambiamenti climatici (per esempio la siccità estrema) nel preparare i piani di gestione dei bacini idrografici a norma della direttiva quadro sulle acque.

Recentemente l’UE ha adottato un atto normativo sul riutilizzo sicuro delle acque reflue per l’irrigazione al fine di promuovere questa pratica, e sta ultimando gli orientamenti per sostenerne l’attuazione.

La sottomisura 4.3 del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) può finanziare l’ammodernamento delle infrastrutture irrigue al fine di ridurre le perdite idriche e aumentare l’efficienza, per esempio sostituendo i canali con tubazioni per evitare perdite dovute all’evaporazione, conformemente alle pertinenti norme in materia di risparmio idrico. In Italia la sottomisura è stata cofinanziata dal FEASR tramite i programmi nazionali e regionali di sviluppo rurale per il periodo 2014-2022.

Inoltre in Italia il dispositivo per la ripresa e la resilienza finanzierà investimenti in infrastrutture idriche primarie, in sistemi di irrigazione più efficienti, nel telerilevamento, nell’agricoltura di precisione e in altre misure volte ad aumentare la resilienza.

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