Secondo una recente inchiesta condotta dal giornale britannico “Guardian”, sono diversi i militanti dell’Isis che stanno lasciando la Siria con passaporti falsi e si stanno dirigendo verso il Regno Unito, l’Unione europea, gli Stati Uniti ed il Canada.
L’allarme terroristico, dunque, è tutt’altro che cessato. La fine del Califfato Islamico e la morte di Abu Bakr Al Baghdadi hanno solo dato l’illusione che il problema fosse risolto. Al contrario, l’Isis si sta riorganizzando e, soprattutto, non sono pochi i combattenti stranieri che adesso stanno tornando verso l’Europa utilizzando passaporti falsi.
Secondo il giornale britannico, infatti, il centro nevralgico di questo traffico sarebbe la Turchia. Una delle reti che gestisce la compravendita di passaporti falsi è in mano ad un cittadino uzbeko residente in Turchia. L’uomo vende passaporti falsi di alta fattura e di differenti Paesi per migliaia di dollari. Sarebbero almeno dieci, secondo il “Guardian”, le persone che hanno già attraversato illegalmente il confine tra Siria e Turchia, lasciando il paese dall’aeroporto di Istanbul.
Alla luce di ciò si chiede alla Commissione quali misure intenda adottare per prevenire e combattere questo grave fenomeno che mette a rischio la sicurezza di tutta l’Unione europea e dei suoi cittadini.
Risposta
I documenti di viaggio rilasciati dall’UE sono molto difficili da contraffare. Contengono un chip con un’immagine del volto e due impronte digitali del titolare. Il contenuto del chip è protetto da strumenti crittografici. Un’alterazione o una clonazione del contenuto del chip diventa visibile al momento della verifica delle caratteristiche di sicurezza del passaporto. Il confronto positivo tra l’elemento biometrico inalterato (solitamente l’immagine del volto) contenuto nel chip e l’immagine del volto della persona che presenta il documento di viaggio alla frontiera ne attesta con certezza l’identità.
Un grave pericolo è l’utilizzo di documenti di viaggio autentici esibiti da una persona diversa dal legittimo titolare. I documenti di viaggio rubati, smarriti, altrimenti sottratti o invalidati sono registrati nel sistema d’informazione Schengen (SIS) dagli Stati membri Schengen. Il SIS è attualmente in fase di aggiornamento e includerà anche le segnalazioni di documenti falsi. I documenti di viaggio rubati e smarriti rilasciati da paesi diversi dagli Stati membri Schengen sono inoltre registrati nella banca dati sui documenti di viaggio rubati e smarriti dell’Organizzazione internazionale della polizia criminale (INTERPOL). A norma del codice frontiere Schengen, gli Stati membri dovrebbero garantire che tutti i viaggiatori che attraversano le frontiere esterne dell’UE siano oggetto di controlli di sicurezza sistematici, cosa che include la consultazione sistematica di entrambe le banche dati.
Entro la fine del 2022, lo spazio Schengen gestirà il sistema di ingressi/uscite, in cui tutti i cittadini di paesi terzi sono identificati biometricamente all’ingresso e all’uscita dalle frontiere esterne europee. Entro la fine del 2023, l’interoperabilità tra i sistemi IT su larga scala verificherà la coerenza delle informazioni sull’identità tra i sistemi. Ciò significa che le incongruenze relative alle identità registrate nei diversi sistemi verranno sistematicamente rilevate.